sabato 20 marzo 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/377. Siamo fermi a metà di un ponte sospeso che unisce due lembi di cielo

 



Noi guardiamo ogni giorno il mondo intorno a noi, lo guardiamo e impariamo, fantastichiamo, immaginiamo.

Ogni giorno il mondo ci guarda e si mette in scena, nulla sfugge alle regole dello sguardo che ci chiedono attenzione e cura.

 

Le declinazioni delle nuvole e della notte

 

Ogni nido cerca l’albero giusto,

ogni respiro il suo cielo, ogni finestra

i suoi palazzi e scorci. Non è il caso a

governare la nostra visione, è l’alfabeto

delle immagini che abbiamo imparato,

quando le parole erano solo suoni, sono

le declinazioni dei voli in picchiata

delle rondini, e quelle imprecise delle

nuvole e della notte. Per questo

lascio che gli occhi vagabondino ancor

più dei miei passi. Perché quando

cammino nei miei mondi immaginari

sono gli occhi e guidarmi e l’eco della

tua voce.

 

Stare chiusi nelle case e nelle botteghe, riparati dai sogni e dalla pioggia, consolati dai libri e dalla scrittura, come torneremo a una vita piena di persone? Lo chiedo ai miei personaggi e le risposte sono vaghe. Quello che abbiamo imparato di noi e del tempo, è fermo a metà di un ponte sospeso che unisce i lembi del cielo, prima ancora di quelli della terra. Anche se guardiamo indietro non possiamo che procedere, nel luogo da dove siamo partiti taglieranno le corde e il futuro è l’unico luogo dove cercare una possibile salvezza.

Per questa Cronaca 377 di sabato 20 marzo, giorno dell’Equinozio di primavera del secondo anno senza Carnevale, ho scritto la poesia Le declinazioni delle nuvole e della notte, che mi sta conducendo verso un lembo di cielo e la sua terra.

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