domenica 21 marzo 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/378. La primavera prepara i germogli, mentre le api spargono polline e poesia


Oggi è la giornata mondiale della poesia e di poesia mi sono nutrita, ne ho letta tanta, tanta ne ho ascoltata in compagnia di altre persone che l’amano e, in alcuni casi, la scrivono. Leggere poesia, prima ancora che scriverla, significa attingere alle forze primigenie, originarie della vita stessa. Quando sono triste o dubbiosa, apro a caso un libro e leggo, come si fa ancora con la Bibbia, cercando conforto e risposte.

Trovo sempre nella poesia la consolazione che cerco e mi piace pensare che oggi, in tutto il mondo, la poesia si sia sparsa come polline, portata dal vento e dalle api. Sempre qualcuno ne sarà toccato e dopo avere letto una poesia, ecco che il suo sguardo sarà mutato.

Amo le parole, i libri, la poesia e la letteratura, dopo avere letto il libro Poesia e filosofia di Maria Zambrano, mi è piaciuto immaginare i filosofi come avventurosi marinai che solcano mari e oceani nelle loro imbarcazioni di epoche, dimensioni e fogge diverse, e i poeti come audaci nuotatori, o forse solo naufraghi, che stanno immersi nell’acqua e non periscono grazie alla forza delle loro gambe e braccia. Oggi, a questa immagine di tutti i mari, si è aggiunta l’immaginazione dei fiumi e ho capito che, di nuovo, il poeta affronta senza altro strumento che se stesso, la sfida di un’acqua che scorre controsenso.

 

Pescare a mani nude

 

È un fiume l’immaginazione che

scorre dal mare verso i monti,

sono pesci le parole, alghe nella

corrente, sassi e anche detriti.

La memoria è l’acqua dove

lo scrittore pesca a rete, altre

volte con la lenza, e se ne sta

sempre sulla riva o nella stessa

barca di nome Sofia, ma noi

guardiamo il poeta che pesca

sempre a mani nude.

 

Le terre ai piedi delle Montagne della Nebbia, la Casa delle Parole e quella delle Stelle, la città silenziosa, tutto intorno è silenzio, tutto intorno è poesia che risuona e rimbomba.

Insieme aspettiamo il sollievo e la consolazione, insieme varchiamo i giorni e ci chiediamo se il prossimo equinozio, potremo celebrarlo all’ombra di alberi vivi e veri, prima che il nuovo autunno reclami a sé le foglie che ora sono i germogli che ci punteggiano lo sguardo.

Oggi è domenica 21 marzo del secondo anno senza Carnevale, una domenica di poesia e amicizia con Zina, Francesca, Danilo, Luigi, Luciana, Max e Patrizia, Silvana e Giò, Teresa e Ada con Annalisa e tutte le persone che gravitano intorno all’associazione Apriti Cielo e che hanno condiviso un’ora di gioia e di speranza. Pescare a mani nude l’ho scritta dopo il nostro incontro per questa Cronaca 378

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