È scesa la notte di
una domenica notte
di un tavolo con la tovaglia cerata
e strade in salita e inghiottite da buio.
di un tavolo con la tovaglia cerata
e strade in salita e inghiottite da buio.
Non nevica da giorni.
Il marciapiede asciuga sui suoi fianchi
schegge di asfalto e fischio morto di fuochi.
Nessun incanto né memoria di un gesto
desiderio e cenere verde dell’abete –
nessun tremore nel volto accanto al nostro.
Il marciapiede asciuga sui suoi fianchi
schegge di asfalto e fischio morto di fuochi.
Nessun incanto né memoria di un gesto
desiderio e cenere verde dell’abete –
nessun tremore nel volto accanto al nostro.
Questa notte insegna
solitudine
sceglie un nome alle cose: al muro
nell’alba d’estate
alle scarpe tra i rovi
prima della discesa sulla sabbia.
Eppure nessuno ha mai sottratto qualcosa
noi siamo uniti – stelle
rese perfette dalla tenebra, pietre
premute sulla pietra della stanza in penombra.
sceglie un nome alle cose: al muro
nell’alba d’estate
alle scarpe tra i rovi
prima della discesa sulla sabbia.
Eppure nessuno ha mai sottratto qualcosa
noi siamo uniti – stelle
rese perfette dalla tenebra, pietre
premute sulla pietra della stanza in penombra.
Le cose che amiamo, le
cose che custodiamo
le sere come questa più lontana di altre
indecifrabile nella sua fredda luce
sono spettri dei mondi che verranno.
le sere come questa più lontana di altre
indecifrabile nella sua fredda luce
sono spettri dei mondi che verranno.
Un lampo batte sui
bambini addormentati
sul tavolo sgombro e pulito.
sul tavolo sgombro e pulito.
Tutto è quaggiù – il
poco, l’immenso
che avanza verso l’alba feriale.
che avanza verso l’alba feriale.
Antonella
Anedda
Notti
di pace occidentale
Donzelli Editore 1999
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