Mio angelo, io non seppi mai quale angelo
fosti, o per quali vie storte ti amai
o venerai, tu che scendendo ogni gradino
sembravi salirli, frustarmi, mostrarmi
una via tutta perduta alla ragione, quando
facesti al caso quel che esso riprometteva,
cioè mi lasciasti.
Non seppi nemmeno perché tra tanti chiarori
eccitati dell’intelletto in pena, vi
furono così sotterranee evoluzioni d’un
accordarsi al mio, al vostro e tuo bisogno
d’una sterilità completa.
Eppure eccomi qua, a scrivere versi,
come se fosse non del tutto astratto
alla mia ricerca d’un enciclopedico
capire quasi tutto a me offerto senza
lo spazio di una volontà di ferro a controllare
quel poco del tutto così mal offerto.
Amelia Rosselli
Documento (1966-1973)
Garzanti 1976
2 settimane fa
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