Leggendo Cechov ci troviamo a ripetere ancora e ancora la parola “anima”. È ovunque tra le sue pagine. Vecchi ubriaconi la usano liberamente: «…vi siete elevato di grado, siete di quelli che stanno molto in alto; ma, golubcik, quello che vi manca è una vera anima… nella vostra non c’è forza…». In verità, è l’anima il personaggio principale della narrativa russa. Delicata e sottile in Cechov, essa è soggetta a un infinito numero di umori e malumori, mentre in Dostoevskij ha maggiore volume e profondità; spesso afflitta da violente malattie e furiose febbri, è comunque la preoccupazione predominante.
Forse è per questo che ci vuole tanto sforzo da parte di un inglese per leggere I fratelli Karamazov o I demoni una seconda volta.
L’anima gli è aliena. Gli è persino antipatica.
Virginia Woolf
L'anima russa
traduzione di Veronica La Peccerella
a cura di Benedetta Bini
Elliot 2015
brano tratto da questo libro e anticipato su Repubblica di martedì 13 gennaio 2015
2 settimane fa
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