Ci sono scrittori che esistono nel nostro
immaginario come immersi in un naufragio. Sappiamo che ci sono, riusciamo
persino a intravederli ma la percezione che abbiamo di loro, fragile e
incostante, più che dal nostro desiderio di continuare a interrogarli sembra
dipendere dai movimenti caotici delle onde. A lungo accettiamo che sopravvivano
come relitti; poi un giorno qualcosa cambia, il naufragio si fa più mite, dai
marosi affiora una voce che sembrava perduta. Tra questi scrittori, perduti e
poi all'improvviso ritrovati,
c'è Julio Cortázar. Mentre si festeggiano i
cinquant' anni dalla pubblicazione di Rayuela (in italiano Il gioco del mondo,
probabilmente il suo capolavoro),
nell'arco dell' ultimo anno si vive nel
nostro Paese un ritorno d' attenzione nei confronti dello scrittore argentino
naturalizzato francese.
(…)
Per le edizioni Sur, infine, esce Carta
carbone. Lettere ad amici scrittori (curatela e traduzione di Giulia Zavagna),
il primo titolo di quella che nel tempo, in forma di trilogia, sarà l'edizione
dell'epistolario cortazariano. Accuratamente conservate dallo stesso scrittore
tramite il ricorso sistematico alla carta copiativa, le lettere destinate, tra
gli altri, a Borges, Fuentes, Galeano, Lezama Lima, Paz, Cabrera Infante,
Vargas Llosa, Soriano, nel comporre una mappatura dei rapporti tra narratori
fondamentali del secondo '900 sono soprattutto l'occasione per verificare che
in Cortázar ogni esperienza di scrittura possiede un'intenzionalità autoriale.
Come segnalato dalla curatrice nella prefazione, «il carteggio diviene una
sorta di zona franca in cui realtà e finzione si mescolano»; il racconto
personale di ciò che è accaduto o che è stato immaginato travalica l'argine
della relazione privata valendo da spunto per future narrazioni. La scrittura
privata, in sostanza, è sempre e inevitabilmente il collaudo di qualcosa che
con molta probabilità diventerà racconto o romanzo. Per Cortázar l'affetto per
il proprio interlocutore - un sentimento che si esprime anche come ironia,
piglio critico, dissenso - è un naturale combustibile letterario.
Mentre per
noi leggere ancora le sue pagine, continuare ad abitare la sua voce, è il modo
in cui, salvandolo e salvandoci da ogni eventuale naufragio
dell'attenzione,
si esprime l' affetto nei suoi confronti.
recensione di Giorgio Vasta dedicata a Julio Cortázar
Repubblica 2 luglio 2013
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