Nella mia decisione (di tornare a vivere in Nuova Zelanda) ero profondamente influenzata dalle parole che, di tanto in tanto, Frank Sargeson mi rivolgeva: "Ricordati che non conoscerai mai nessun altro paese come quello dove hai passato i tuoi primi anni. Non sarai mai in grado di scrivere intimamente di un altro paese". La mia risposta era sempre stata: "E gli scrittori costretti a un esilio politico, che non hanno avuto o non hanno la possibilità di tornare, che vivono e lavorano e portano nuove prospettive nel linguaggio del loro paese di adozione? E coloro che hanno dovuto scendere ancora più profondamente nell'ignoto, cambiando la propria lingua? Conrad, Nabokov... e James Joyce... e Samuel Beckett? Tutti gli scrittori, tutti gli esseri sono in realtà esiliati. L'unica certezza della vita è che si tratta di una successione di espulsioni di qualsiasi cosa porti con sé una forza vitale... Tutti gli scrittori sono esiliati dovunque vivano e il loro lavoro è un diuturno viaggio verso la terra perduta..."
Janet Frame
La città degli specchi
traduzione di Lidia Zazo
Interno giallo editore 1992
2 settimane fa
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