Trent’anni è tantissimo
tempo, un tempo durante il quale un matrimonio mette radici, diventa quasi
incestuoso, con i suoi complesso ritmi di sentimenti, dialoghi, associazioni.
Eravamo arrivati al punto in cui ascoltare una storia o un aneddoto a una cena
ci faceva formulare lo stesso identico pensiero, ed era solo questione di chi
l’avrebbe articolato ad alta voce. Anche i nostri ricordi avevano cominciato a
mescolarsi. Boris giurava e spergiurava di essere stato lui a trovare l’airone
azzurro maggiore sulla soglia della casa che affittavamo nel Maine, e io ero
altrettanto certa di essere stata io a vedere per prima l’enorme volatile. Non
c’era risposta a quell’enigma, nessuna documentazione – solo la fragile,
mutevole trama del ricordare e dell’immaginare. Uno dei due aveva sentito
l’altro raccontare la storia, aveva visto nella propria mente l’incontro con
l’airone, e aveva creato un ricordo dalle immagini mentali che avevano
accompagnato la narrazione ascoltata.
Siri Hustvedt
L'estate senza uomini
traduzione di Gioia Guerzoni
Einaudi 2012
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