lunedì 19 aprile 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/407. Immaginare la rosa dei venti e leggere il cielo

 


 

Ci sarà un viaggio nel cuore, ci sarà un viaggio che cambierà tutto intorno e dentro di noi. Viaggiamo per scoprire altri modi di stare al mondo, viaggiamo per cambiare il nostro orizzonte e accrescere i paesaggi, esteriori e interiori, che conosciamo. Alcuni di noi cercano mète che confermino il già noto – la stessa spiaggia o montagna ogni anno -, altri cercano la diversità, le variazioni, nuovi profumi e nuovi sapori. Ho sempre oscillato tra il desiderio di noto e ignoto, molto è dipeso dalle fasi della vita, dalle aspettative e dai desideri, di certo il viaggio e il viaggiare meritano una lettera nell’Alfabeto della Cura. Sono tante le accezioni di viaggio, migliaia i libri e i viaggiatori che ne hanno scritti, centinaia di migliaia, forse milioni, le persone che sono, o meglio erano, in giro per il mondo prima della pandemia. Muoversi a piedi, in bicicletta, auto, aereo, treno fa parte delle attività normali che la maggior parte di noi compiva senza darsi pensiero, perché muoversi fa parte delle attitudini innate della nostra specie. Anche per questo la pandemia ci ha colpito in maniera così forte, perché siamo costretti all’immobilità. Ma è proprio in questa immobilità che possiamo ricordare i viaggi che abbiamo fatto e quelli che vorremmo fare. Dovremo essere pronti per ricominciare a vagabondare nel vasto mondo. Avendo cura di noi stessi, dei compagni di viaggio e dei luoghi dove andremo. Il nostro sguardo potrà finalmente riposarsi proprio perché non sarà costretto alla sola ripetizione della vita quotidiana, a fermarci per troppo tempo nello stesso luogo e con le stesse cose intorno.

 

Un libro fatto d’aria e poche parole

 

Parto, il viaggio non era

finito, era solo sospeso,

appeso tra due tempi

che non avevamo sognato:

per questo il passato non è

una collezione di foto in

bianco e nero, e il futuro

una tela bianca da immaginare.

Resto senza partire, non mi

serve andare dove non

mi conoscono e io sono

straniera a me stessa:

sorrido al vento e chiudo

questo libro d’aria e

poche parole.

 

Ecco, dopo queste brevi annotazioni, posso ritornare alle mie mappe e immaginare le strade, immaginare la rosa dei venti e i passi allegri che sono anche in questa Cronaca 407 di lunedì 19 aprile del secondo anno senza Carnevale.

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