sabato 17 aprile 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/405. Buona notte dolce principe…

Ci sono eventi epocali, che riguardano persone ricche e potenti, che segnano il nostro immaginario e diventano iconiche. Accadde per il matrimonio della giovanissima Diana e poi per la sua morte, è accaduto anche oggi con le esequie del principe Filippo, dove l’immagine della regina seduta da sola e lontana da tutti, una volta di più danno testimonianza e salutano anche la fine di un’epoca, di quel Novecento infinito che solo la pandemia ha spezzato e spinto fuori dalla scena. La fine di un sodalizio, di una vicinanza, di una complicità segnano qualunque essere umano, perché la vita cambia per sempre quando muore qualcuno che amiamo, finiscono le parole, il calore umano, la presenza fisica. Salutare i propri morti con i rituali che appartengono alla religione e alle nostre credenze, è uno dei modi dell’avere cura dell’altro. Per questo è stato straziante l’anno scorso non poter dare degna sepoltura alle centinaia di morti da virus, accade ancora oggi anche se in misura minore. Quando le esequie mancate sono state sostituite dalle file di camion militari che partivano da Bergamo per raggiungere diverse destinazioni, ecco che lo scandalo di queste morti solitarie ci ha investito in tutta la sua drammaticità. Solo i riti collettivi danno un senso al tempo che passa, alle nascite, come alle morti, alla creazione di nuove famiglie, al passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Per questo gli esami di maturità e quelli di laurea hanno ancora senso, perché dichiarano il passaggio di condizione tra un’età e quella successiva. Per questo ci mancano Carnevale, Natale, Pasqua e Capodanno, le vacanze estive, le gite fuori porta nei fine settimana. Ci mancano addirittura anche i piccoli rituali dell’ufficio, dalla pausa caffè alla pausa pranzo, che hanno la loro importanza nella vita quotidiana e che la pandemia ci ha strappato, dandoci nostalgia anche di questi banali momenti della vita quotidiana di cui ci siamo accorti solo non potendoli più praticare.

Oggi che il principe Filippo ha chiuso il cerchio della sua vita terrena, non possiamo che recitare L’eterno riposo, come già facciamo per onorare la morte e la vita di chiunque. Lui ha avuto una vita lunghissima e fortunata, di certo più facile e allegra di miliardi di creature sulla terra. Ma ora è entrato nell’eternità e i suoi cari ne piangeranno l’assenza, e i sudditi britannici la mancanza del simbolo prima ancora che dell’uomo. Ci sarà anche chi ne avrà gioito, come sempre accade quando muore qualcuno di famoso, ma la verità è che tutti vorremo avere una vita così lunga e piena di significato.

Avere cura della vita vuol dire anche avere cura degli anni della vecchiaia, imparare a invecchiare con grazia è una disciplina difficilissima, significa accettare che dietro di noi abbiamo la maggior parte del tempo, significa accettare che siamo creature simili ai fiori, che nascono e muoiono lasciando tracce minimali, significa accettare che la morte e la vita corrono insieme da sempre sul carro del tempo, ma significa anche sentire che la vita è più forte, perché è composta sempre da più attimi e momenti, mentre la morte si esprime una sola volta e poi non esiste più, soppiantata dall’eternità. 

Anche le esequie di mio padre sono state celebrate un 17 aprile come oggi e ogni anno io lo ricordo in maniera particolare. E anche per lui scrivo:

Good night sweet prince, in questa Cronaca 405 di sabato 17 aprile del secondo anno senza Carnevale.
 

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