venerdì 27 novembre 2015

Il vento è una visione con città di nuvole distrutte

Vento. Essere nel vento.

Della steppa
Il vento corre sulla terra senza incontrare ostacoli
brucia dritto senza barriere di monti.
È a est del corpo che schiaccia le spine dei cespugli.
Ha nomi mongoli, rumori di zoccoli che fendono lo spazio.
Si solleva. Si raccoglie negli altipiani:
Caucaso, Anatolia, e il regno beffardo di Sardon
dove si dice siano tracce dell’Arca e della Croce.
È una visione con città di nuvole distrutte
dove una sola icona splende di bellezza 
incorruttibile eppure spezzata dal calcio dei cavalli.

Antonella Anedda 
Il catalogo della gioia
Donzelli 2003

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