sabato 21 marzo 2015

Le case che mi chiamano dalle acque

Le case che camminano sulle acque
e che vogliono dirmi
benvenuto, se scendo dalla sera,
le case che camminano sulle acque:
o tu che accetti la stretta dolce dei canali
e che ti lasci guardare
in tutte le tue nude grazie
fin che il mio pianto ti veli
fin che l’amor mio non ti renda
primavera delle mie parole
Mi dicevano ieri
che c’era posto anche per me
nella barca dal più bel tragitto
nel fiume dal più bel mantello;
ch'ero guarito coi capelli a bosco
d’un cielo azzurro e prossimo,
con le correnti intrecciate alle dita;
mi dicevano ieri
che dalla morte mi rieducavi
Le case che mi chiamano dalle acque:
forse un invito mi sarà
qui concesso, e forse il sonno;
vedrò tutta la mia fiducia
tutto lo spazio colmarsi di rive,
di fiumi come celeri conquiste,
d’acqua immenso vigore e moto adulto
Sono andato laggiù col fiume,
in un momento di noia le barche
le reti si sono lasciate toccare,
ho toccato la riva con la mano.

Andrea Zanzotto
Dietro il paesaggio

Mondadori 1951


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