La nostra storia di Natale inizia in metropolitana quando due amiche si incontrano e iniziano a raccontare.
Oggi Angela è in ferie, ma sta andando in ufficio per finire l'editing di un libro scritto da un vecchio, vecchissimo zio ultranovantenne che, l'anno scorso, dopo essere miracolosamente guarito dopo una lunga permanenza in ospedale, ha deciso di scrivere la sua vita e le ha dato qualche pagina di leggere. Lei lo ha incoraggiato a continuare e lui sta scrivendo la sua autobiografia a mano, con una grafia minuta e tremolante, mescolando italiano e un dialetto pugliese.
Il tempo fugge e Angela è impaziente di mandare in stampa il libro il prima possibile.
Alle nipoti solerti e ai vecchi zii, ai figli che stanno coi vecchi genitori anziché andare in vacanza, a quelli che odiano il Natale e preferiscono stare da soli, a quelli che non lo festeggiano perché non sono cristiani, ai bambini che credono ancora a Babbo Natale e Gesù Bambino auguri, auguri a tutti.
Perché siamo nel cuore dell'inverno e il freddo e il buio ci fanno ancora paura e abbiamo bisogno di stare vicini alle persone che amiamo o ai nostri ricordi.
E.P.
Nessun commento:
Posta un commento