mercoledì 24 dicembre 2014

Una storia di Natale

Sono uscita di casa che era ancora buio. I lampioni e le luminarie della città illuminavano ancora le strade deserte. I milanesi dormono fino a tardi o sono tutti in vacanza? Mi sono fermata nella solita pasticceria a bere il caffè e poi a passo di crociera sono arrivata in metropolitana. L'edicola è sempre aperta e mi sono fermata a chiacchierare un po' con i due simpaticissimi edicolanti, ho comprato Repubblica e sono scesa nella galleria. Anche lì solo due persone in attesa, la metro è arrivata subito e sono riuscita a sedermi senza problemi. Avevo appena iniziato a sfogliare il giornale che una voce ridente mi ha chiamata. Era la mia amica Angela che immaginavo, invece, fosse in vacanza. Siamo scoppiate a ridere e abbiamo iniziato a parlare fitto fitto, raccontandoci gli ultimi avvenimenti. E lei mi ha raccontato la mia storia di Natale, un po' come accade nel film e nel racconto Smoke di Paul Auster e Wayne Wang, quando alla fine il tabaccaio Auggie Wren racconta allo scrittore Paul Benjamin una bella storia che diventerà un racconto.
La nostra storia di Natale inizia in metropolitana quando due amiche si incontrano e iniziano a raccontare.
Oggi Angela è in ferie, ma sta andando in ufficio per finire l'editing di un libro scritto da un vecchio, vecchissimo zio ultranovantenne che, l'anno scorso, dopo essere miracolosamente guarito dopo una lunga permanenza in ospedale, ha deciso di scrivere la sua vita e le ha dato qualche pagina di leggere. Lei lo ha incoraggiato a continuare e lui sta scrivendo la sua autobiografia a mano, con una grafia minuta e tremolante, mescolando italiano e un dialetto pugliese. 
Il tempo fugge e Angela è impaziente di mandare in stampa il libro il prima possibile. 
Alle nipoti solerti e ai vecchi zii, ai figli che stanno coi vecchi genitori anziché andare in vacanza, a quelli che odiano il Natale e preferiscono stare da soli, a quelli che non lo festeggiano perché non sono cristiani, ai bambini che credono ancora a Babbo Natale e Gesù Bambino auguri, auguri a tutti.
Perché siamo nel cuore dell'inverno e il freddo e il buio ci fanno ancora paura e abbiamo bisogno di stare vicini alle persone che amiamo o ai nostri ricordi.

E.P.

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