martedì 23 dicembre 2014

Fuori la neve, la notte azzurra

LO SGUARDO


Una sera che ti parlavo di Baudelaire,

tu mi guardavi coi tuoi occhi chiari
limpidi azzurri come l’acqua o il ghiaccio
(io sono abituato ad occhi neri,
vellutati, profondi).

Così mi guardavi anche la volta

ch'io dicevo la vera filosofia
esser la scienza
(la taverna del Lyskamm scintillava;
fuori la neve, la notte azzurra, le luci
di Gressoney; dentro si rideva
in tanti e l’amico mondano, eterno oggetto
della mia invidia, esortandoti
a sedere tra noi, mentre tu andavi
e venivi dal bar perché portassero
subito lo champagne, esclamava: “Vogliamo
te!” E chi non ti vorrebbe,
bella come un novello albero, un fiore,
seria come il cielo stellato, luminosa
come la brezza che percorre il mare!).
Tu mi rispondevi ch'eri d’accordo,
ma lo dicesti con tal sicurezza
ch'io credetti scherzassi,
                                                        e tu guardavi
appunto con quegli occhi aperti chiari
come l’acqua l’argento il ghiaccio il cielo,
il mare.

Alessandro Peregalli

da La cronaca. Poema 1939-1982 
il Saggiatore 2003

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