a Mario Mormile
Non è vero che di nuovo
la stanza striderà nel vento
come ora tra gli uccelli
autunnali
che basterà scegliere i
cenni
e oscillando sulla sedia
pensare
che la pioggia disperda
il male di un intero
pomeriggio.
Non sarà l'assenza di
fessure di ogni vita
le foglie moltiplicate
sui soffitti
il tremendo ascoltarci
chini gli uni sugli altri
mentre rabbrividendo
corriamo verso casa.
Nessuno ci farà
percorrere di nuovo una ferita
avanti e indietro senza
chiuderne il solco.
Dovremo imparare, una
volta soltanto:
restare quieti
come quando d'inverno
manca a lungo la luce
sapere che non c'è stata
offesa
che l'ombra ci ha
colpito indistinta
vuota - e senza odio.
Antonella Anedda
Notti di pace occidentale
Donzelli editore 1999
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