sabato 22 novembre 2014

Nel resto del vuoto è entrato il cielo

Novembre 

Oggi i tigli non hanno quasi più foglie.
La parata chiassosa del giallo si è chiusa in un nulla di fatto.
Le foglie sono per terra, i rami sono per aria, spogli.
Dietro gli alberi si vede meglio la casa di fronte.
Dentro gli alberi si vede il nido da dove cantava il fringuello.
Nel resto del vuoto è entrato il cielo.
Non c’è storia, d’estate, tra gli alberi e il cielo
il cielo è molto più grande, ma ancora desidera spazio.
È autunno. Le piante donano spazi ulteriori al cielo.
È autunno. Le vecchie di qui portano fiori al cimitero
poi si chiudono in casa e si riempiono di paura.

Gli alberi sopravvivono tutto l’inverno
con dentro l’azzurro sempre più freddo del cielo.
Il breve profilo dell’uomo è adesso che mostra la corda.
Deboli, come si vince una partita a scala quaranta,
ci si difende chiudendo, diventando più densi,
mettendo sacchi di sabbia dove spiffera l’aria.
Laddove il terrapieno è franato ed entrano raggi di sole,
si affrettano i lavori di manutenzione,
si fanno canali di scolo per togliere l’acqua
che fa molle il terreno.
Si diventa sodi e compatti
come un’aia di campagna bella e sana
di terra liscia, battuta e dura
dove sopra balla la paura.

Annalisa Manstretta
Il sole visto di lato
Atì editore 2012

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