giovedì 6 novembre 2014

Azzurro è il giorno che viviamo, azzurro se anche non sappiamo quanto durerà

Sera

Il vuoto della finestra si apre
per dire che tutto ormai è oscurità
le perle di luce seminata 
nel notturno giardino diruto
scorrazzano o restano ferme.

Cosa ottenemmo malgrado tutto
nel sempre più grande esilio
nella distanza che crescendo sgorga
dal luogo donde irrompemmo noi
a festeggiare la scemante luce
a diritto o forse ingiustamente -
è lo stesso, ora.

Nello sguardo filtrato dagli occhiali
la lettura in un vetro alieno
nulla svela di nuovo,
solo aguzza ciò che le è prossimo,
dilava la distanza:

davvero Cipro lì davanti a quanto pare
sulla via dell'aperto mare,
qui la sera e il vento 
e un buio sempre più denso
che rallenta, impedisce ogni passo
dal luogo in cui non fummo mai
a quello in cui non saremo.

Mattina

Divieto di toccare: così scrive
l'affisso e noi toccammo, e così anche
ha ragione la melia, la buganvillea vuole
come te solo questo, che la tocchino
con effimere dita
propaggine vermiglia protesa
che già si è come tutta spogliata
sopra il muro di pietra dirimpetto:
amante tipica in età
di transizione.

Che significa quel che iniziammo
e quel che finimmo
e quanto a lungo il silenzio tocca
al mattino la finestra con un carico
di cipressi e alberi maestri.

Azzurro è il giorno che viviamo
azzurro se anche non sappiamo
quanto durerà
e se l'addio sarà doloroso.

Haifa, novembre 1982

Natan Zach
Sfavorevole agli addii
scelta e traduzione di Ariel Rathaus
Donzelli editore 1996

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