mercoledì 30 luglio 2014

Attraverso lo stile, attraverso una forma

Marc Augé è uno dei maggiori pensatori della contemporaneità. Il suo sguardo appuntito, che si nutre di filosofia, scienze sociali, letteratura, illumina gli aspetti meno ovvi della realtà.
Etnologo di culture primitive, dagli anni ’90 applica in modo originale gli strumenti della propria disciplina alla società occidentale, al nostro presente, alla metropoli. Sua l’espressione “etnologo nel metrò” e sua la fortunata definizione dei “non-luoghi”, i luoghi attuali della socialità(sale d’attesa, stazioni, ipermercati…).

Si vuole introdurre nelle scuole la “educazione sentimentale” pensando alla lotta contro bullismo e violenza di genere. Ma basterebbe parlare di educazione al rispetto. L’espressione “educazione sentimentale” mi sembra vaporosa. In fondo già la letteratura a scuola dovrebbe educare i sentimenti, se ci sono insegnanti bravi capaci di mettere in relazione i libri e la vita.
«L’educazione sentimentale secondo Flaubert è la lezione della vita così come la concepisce: la fine delle illusioni amorose e politiche, il disincantamento del mondo e delle passioni. L’espressione mi sembra mal scelta per definire un progetto di formazione volontaristico. Una lettura informata e critica dei grandi romanzi del XIX secolo sarà al contrario una iniziativa ricca e promettente ma richiederà molta sottigliezza; bisognerà far sentire ai giovani lettori e alle giovani lettrici che le loro questioni e i loro problemi non sono inediti».
(…)

Come Calvino ritiene che l’immaginario creativo (legato all’arte, al mito) è oggi messo in crisi dalle troppe immagini che ci invadono?
«È vero che l’immagine può apparire come qualcosa che uccide l’immaginazione. È vero anche che ogni giorno siamo alienati davanti alle immagini degli altri e di noi stessi».
(…)
Ma alla fine cosa educa i sentimenti?
«Noi pensiamo di vivere in un mondo caratterizzato dalla istantaneità e dall’ubiquità nel momento in cui tempo e spazio sono i due costituenti della simbologia sociale necessaria appunto alla relazione con gli altri, la quale è poi indispensabile alla affermazione dell’individuo. Questo aspetto della crisi anima la riflessione artistico. I momenti di crisi sono talvolta portatori di elementi che permettono di uscirne: crisi di coscienza, presa di coscienza. Dunque: cosa educa i sentimenti? Due cose, tra loro connesse: la relazione con gli altri e poi l'arte, la letteratura, la quale ritrae il momento di crisi, la difficoltà di essere autentici o spontanei, ma ci indica sempre il modo di uscirne, attraverso lo stile, attraverso una “forma”».

Frammenti dell’intervista di Filippo La Porta a Marc Augé

Il Messaggero martedì 29 luglio 2014

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