La narrativa non fu per Anna Banti un giocattolo di ripiego dalla critica, abbandonata per impossibilità di tenersi alla pari con Longhi.
La verità è più semplice e però più profonda. Narrare significò intonare per tutta la vita la domanda che pungola ogni scrittore autentico:
"E io chi sono?".
(...)
Da Lavinia fuggita a La Camicia bruciata, da Noi credevamo ad Artemisia, Anna Banti ha manovrato l'io narrante e il punto di vista con un acume sperimentale che ha pochi paragoni nel Novecento italiano. La sua mente logica, sistematrice, non faceva che ribellarsi a qualsivoglia ordine, primo fra tutti quello cronologico. Benché disponesse di un serbatoio culturale immenso, ricercò «l'essenza più sottile della storia: l'eterna scommessa su quel che non ha lasciato altra traccia che una parola non detta fra tante parole inutili»
al Meridiano dedicato ad Anna Banti
Il sole24ore domenica 15 settembre 2013
Nessun commento:
Posta un commento