venerdì 1 novembre 2013

Ogni cosa a suo tempo ha il suo tempo

Ogni cosa a suo tempo ha il suo tempo.
Non fio­ri­scono d’inverno gli albereti
né di primavera
mostrano bri­nate i campi.

Alla notte che entra non appar­tiene, Lidia,
lo stesso ardore che il giorno ci chiedeva.
Amiamo con più calma
la nostra incerta vita.

Accanto al fuoco, stan­chi non dell’opra,
ma per­ché l’ora è ora di stanchezze,
non alziamo la voce
sopra un segreto,

E casuali, siano interrotti
i nostri verbi di reminescenza
(non ad altro ci serve
la nera par­tenza del sole).

A poco a poco il pas­sato ricordiamo,
e le sto­rie nar­rate nel passato,
ora due volte
sto­rie, ci parlino

Dei fiori che nella nostra andata infanzia
con altra coscienza coglievamo
e con un’altra specie
di sguardo dato al mondo.

E così, Lidia, stando al fuoco, come stanno
gli dèi Lari, là nell’eternità
come chi ripone un vestito
ripo­niamo il già stato

In que­sta irre­quie­tezza che la calma
porta alle vite nostre quando pen­siamo solo
a quello che già fummo,
e c’è solo notte, fuori.


Poe­sia tratta dalle Odi di Ricardo Reis

Fer­nando Pes­soa
Una sola mol­ti­tu­dine volume II
a cura di Anto­nio Tabuc­chi
Adel­phi 1984

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