Nel leggere i poeti, la Achmatova e Mandel'štam possedevano la straordinaria capacità di cancellare lo spazio e il tempo che li separavano da loro. Una tale lettura era sostanzialmente senza tempo ed essi entravano in contatto diretto con l'autore. Questo accadeva non soltanto con i contemporanei, ma anche con i poeti scomparsi da lungo tempo. Osip Ėmil'evič scoprì una capacità del genere in Dante, il quale si incontra, all'inferno, con i suoi poeti prediletti dell'antichità. Nell'articolo La natura della parola Mandel'štam cita Bergson, il quale cerca una connessione tra fenomeni omogenei, separati solo dal tempo; ed è sempre la solita ricerca di amici ed alleati fuori del tempo e dello spazio. Probbilmente lo avrebbe capito Keats: anch'egli desiderava incontrarsi alla taverna con tutti i suoi amici vivi e morti. Nel far risorgere coloro che non sono più con noi, la Achmatova si interessava alla loro vita, ai loro rapporti con il prossimo. Così mi offrì per la prima vota su un piatto d'argento Shelley, che, se non sbaglio, le serviva per allenarsi. Poi sopravvenne l'epoca del rapporto con Puškin. Con la perspicacia di di un giudice istruttore o di una donna gelosa, Anna Andreevna scopriva passo per passo come agivano, pensavano e parlavano coloro che lo attorniavano, approfondiva i motivi psicologici, rivoltava, come un guanto ogni donna cui il poeta aveva donato anche un solo sorriso.
Nadežda Mandel'štam
L'epoca e i lupi
traduzione di Giorgio Kraiski
Mondadori 1971
2 settimane fa
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