mercoledì 8 aprile 2015

Eravamo a Venezia in aprile, e io ero ebbra di luce acquamarina

Eravamo a Venezia in aprile, e io ero ebbra di luce acquamarina. È una luce impalpabile, che gioca con le superfici mobili e scure dei canali, che luccica sulla pietra e sul marmo fondendoli insieme con molteplici sfumature, sempre acquamarina. Sperimentavo una bizzarra sensazione. Ogni volta che chiudevo gli occhi - e lo facevo sempre più spesso, deliberatamente - vedevo un verde molto inglese, molto più giallo, un'amalgama di luce scintillante su prati rasati e di pastosa luce verde dei boschi inglesi, una luce che svanisce dentro tronchi nodosi, guizzando tra le ombre di strati di foglie estive.

Antonia S. Byatt
Fortuny
sulla rivista Gondola days 
traduzione di Maria Nadotti

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