Un romanzo o una poesia non sono un monologo, bensì una conversazione tra uno scrittore e un lettore: una conversazione del tutto privata, che esclude tutti gli altri - un atto, se si vuole, di reciproca misantropia.
E nel momento in cui questa conversazione avviene lo scrittore è uguale al lettore, come del resto viceversa, e non importa che lo scrittore sia grande o meno. Questa uguaglianza è l'uguaglianza della coscienza.
Essa rimane in una persona per il resto della vita sotto forma di ricordo, nebuloso o preciso; e presto o tardi, a proposito o a sproposito, condiziona la condotta dell'individuo.
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Un romanzo o una poesia sono il prodotto di una reciproca solitudine - quella di uno scrittore e quella di un lettore.
Iosif Brodskij
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