(...)
Cominciamo
dal più logoro, dal più scopino di latrina infetta, dal rifugio di tutti i
predicanti: rimboccarsi le maniche!
Posso dire che, nella mia
lunghissima carriera scribacchina, non l’ho mai usato: lo scrivo adesso
soltanto per svergognarlo, additarlo al disprezzo, schernirlo.
È il re dei luoghi
comuni, un non invidiabile trono. È il transito obbligatorio di tutte le
scempiaggini politiche. Signore Iddio, sappiamo quanto sei tirchio
nell’elargire salvezze, ma dà orecchio a questo granellino di senape di
supplica: liberaci dalle maniche rimboccate, dai loro rimboccatori,
dall’ideologia rimbocchista, dal rimbocchimento generale dell’italiano medio e
universitario.
(...)
Ritagliatevi questa
superba colonna e tenete le maniche al loro posto, lontano dalle tentazioni del
Maligno.
Ve ne servo altre, tutti
ad altissima diffusione mediatica, scolastica, famigliare, buoni per tutte le
occasioni, sempreverdi per tutte le interviste, disseminati in tutti i convegni
culturali.
Il contesto globale. In
quest’ottica. Si assumano le loro responsabilità. A trecentosessanta gradi. Va
focalizzato. La piccola e media impresa. È nel nostro Dna. È calato nei
sondaggi. Al minimo storico. Su base annua. Fuori dal tunnel. La locomotiva
tira. Giovani e meno giovani. Lo Stato è presente. Si sono chiamati fuori. Un
vera chicca. Si sta ancora scavando in cerca di altre vittime. Le sinergie
presenti sul territorio. Nel mirino degli inquirenti. La fuga dei cervelli. Vai
su WU-WU-WU. Siamo un polo di eccellenza. Subito le riforme. Le soglie di
povertà. Spalmati sul territorio. Una gigantesca caccia all’uomo. Le fasce a
rischio. La dieta mediterranea. Di tutto e di più. Tutto e il contrario di
tutto. Le criticità. Gli uomini-radar. L’emergenza rifiuti. Ci vuole un nuovo
soggetto politico. (...)
Dare un
segnale forte.Si commenta da sé. Non ho la palla di
cristallo. Ci sono luci e ombre. Approcciarsi alle problematiche. Le quote
rosa. Bere molta acqua. Gli intrecci mafia-politica. La
malasanità. Errore umano. Molta frutta e verdura. A tasso zero. Accetto per il
bene del Paese. È un Far West. È un film dell’orrore. L’ospizio-lager. Da
lasciare ai giovani. Non arrivano alla fine del mese. Più tecnologia. La stanza
dei bottoni. La costituzione più bella del mondo. (...)
Assolutamente sì."
frammenti del corsivo di oggi su Repubblica di un impagabile Guido Ceronetti che racconta la stanchezza della lingua italiana
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