D: Come
sceglie le parole?
W.F.: Nella foga di buttarle giù ne vengono fuori molte. Se ci
torni sopra, ci lavori e suonano ancora vere allora lasciale.
D: In Le
palme selvagge la tecnica che usa è automatica? Se è così, perché?
W.F.: Ho usato quella tecnica semplicemente come un espediente
automatico per dare forma alla storia che volevo raccontare, la storia di due
diversi tipi di amore. Un uomo che rinuncia a tutto per amore di una donna e un
altro che rinuncia a tutto per fuggire dall’amore.
D: Che cosa
sa del libro che verrà fuori prima di iniziare a scriverlo?
W.F.: Molto poco. Semplicemente comincio a scrivere. Il
personaggio si sviluppa insieme al libro e il libro si sviluppa scrivendolo.
[...]
D: Come
trova il tempo per entrare in un’atmosfera e in uno stato d’animo che
conciliano la scrittura?
W.F.: Bisogna sempre trovare il tempo per scrivere. Chiunque dica
che non ha tempo vive in una finzione. Da questo deriva l’ispirazione. Non
aspettare. Quando hai un’ispirazione buttala giù in fretta. Prima la butti giù
più forte sarà l’immagine. Non aspettare che passi per cercare di ricatturarne
la sensazione e il colore.
D: Qual è il
miglior allenamento per scrivere? Corsi, esperienza, o cosa?
W.F.: Leggere, leggere, leggere. Leggere tutto – robaccia,
classici, buoni e cattivi, e vedere come fanno. Come un falegname che lavora
come apprendista e studia il maestro. Leggete! Assorbirete. Poi scrivete. Se è
buono lo vedrete. Se non lo è, buttate tutto dalla finestra.
D: Va bene
copiare uno stile?
W.F.: No. Se avete qualcosa da dire, usate il vostro stile. Sarà
la storia a scegliere il suo stile narrativo. Quello che vi piace si
manifesterà attraverso lo stile. [...]
Frammenti delle
interviste a William Faulkner contenute
nel volume
Il gioco dell’apprendista.
Dieci interviste con William Faulkner
Traduzione di
Giulia Rossi
Medusa 2014
In libreria
da oggi 20 giugno
1 commento:
Ottimo direi.
Molto "pratico" il consiglio.
So che l'accostamento è bizzarro, ma lo scrivo ugualmente. Mi ricorda molto quegli allenatori di una volta (ma ce ne sono ancora) che ti dicono.
«Per correre? - espressione incredula di chi ha appena sentito una castroneria - Ma devi correre!»
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