Quanto ci mette, il «mondo di ieri», a morire?
Non è cosa di un’ora, o di un giorno: è un processo lento e misterioso, un’agonia distratta, malinconica e comunque, qua e là, toccata perfino dall'allegria.
Non c’è una data che possa dire dove finisce un’epoca e s’inizia l’altra, ma nel luogo di transito tra l’una e l’altra gli scrittori possono sostare a lungo: fino a farne il paesaggio della propria vita.
Così Gregor von Rezzori, che avrebbe appena compiuto cent’anni, quest’uomo di confine nato a un soffio dalla Prima Guerra Mondiale e morto a fine Novecento, questo apolide poliglotta ha costruito - libro dopo libro - il fermo immagine di un crollo.
incipit dell'articolo di Paolo di Paolo dedicato a Gregor Von Rezzori
La Stampa mercoledì 11 giugno 2014
2 settimane fa
Nessun commento:
Posta un commento