mercoledì 8 gennaio 2014

All'origine della scrittura c'è sempre una domanda

Henning Mankell prende il cartone del latte, una tazzina da caffè e un bicchiere d'acqua che mi ha appena offerto. Li sistema sul tavolo della cucina disegnando i punti di una retta e usa questa strana composizione per spiegare come pianifica le sue storie: «All'origine c' è sempre una domanda, e la volontà di approfondire un determinato argomento. Mi documento finché non so tutto, poi penso a un inizio e alla fine. Solo successivamente subentra la scrittura». 
Tra pochi giorni esce Il cinese, romanzo, afferma Mankell, «che ho scritto perché lo leggano i dirigenti politici» e «perché la memoria è come un vetro, è così fragile che si può rompere in mille pezzi». 
Attorno a un ordito poliziesco, materiali autobiografici si mescolano ad alcuni temi ricorrenti - la globalizzazione, il rapporto fra vecchio e nuovo, il ponte che unisce Africa ed Europa: «Le fondamenta del romanzo poliziesco - precisa - si trovano nella tragedia greca. Prendiamo Medea, che uccide i propri figli perché gelosa del marito. Se non è questa una storia criminale allora quale lo è?». 
I prologhi dei suoi gialli sociali sono sempre sincopati, così come le atmosfere sempre silenziosamente drammatiche, un po' in bianco e nero...

frammento dell'intervista di Sebastiano TriulziHenning Mankell
Repubblica 13 giugno 2009

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