L'aratro solitario
Ogni cosa era sancita. Assicurata, razionalmente elaborata,
avresti quasi detto umana. Anche le assemblee del Popolo
avevano la loro importanza;
Atena proteggeva il diritto; presente di persona, benché in-
visibile,
presiedeva sempre le assemblee dell'Aeropago; e se i voti
erano distribuiti in due parti uguali, allora la bilancia della
giustizia
pendeva dalla parte dell'accusato.
Bei giorni abbiam passato -
sembrano proprio un sogno;- sono esistiti? non sono esi-
stiti?-
e se li avessimo semplicemente sognati?- e se li avesse alte-
rati il frequente ricordare
nei piovosi crepuscoli autunnali?
Quando festeggiavamo l'aratura
il sacerdote chino tracciava il primo solco ai piedi dell'A-
cropoli
recitando belle parole: "Non rifiutare mai a nessuno acqua
e fuoco.
A chi ti chiede la via, non indicarla mai sbagliata. Non la-
sciare mai
privo di sepoltura un morto. Non uccidere il toro che tra-
scina l'aratro."
Belle parole, in effetti;- nient'altro che parole; ma nella real-
tà, ai giorni nostri come allora,
fuoco per la messe del vicino, acqua che inonda,
e il toro dai nastri rossi che cuoce nel calderone del ladro.
Soltanto l'aratro, abbandonato (guidato forse da una mano
invisibile),
continua a solcare il campo sterile pieno di gigli selvatici e di
malve.
Ghiannis Ritsos
2 settimane fa
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