Ancora prima di
accennare ai suoi argomenti, mi sembra che La sposa di Mauro Covacich (Bompiani) sia un libro da lodare per come è stato concepito dal punto di vista formale. Purtroppo, si parla sempre meno di questi aspetti, per così dire, artigianali e di bottega della scrittura, che invece sono sempre interessanti e rivelatori. Tendiamo spesso a dimenticare che la letteratura per essere efficace è un’opera d’arte, la costruzione lenta e laboriosa di un’immagine del mondo, e non semplicemente una serie di argomenti, di storie più o meno ben scritte.
Ebbene, l’esperimento tentato da Covacich, in questo suo ultimo libro, è molto
ben riuscito.
La strada scelta è quella di un discorso narrativo che è a metà strada fra la raccolta di racconti e il romanzo.
Utilizzando con intelligenza un vecchio trucco (i vecchi trucchi sono i soli che funzionano), Covacich ha costruito un libro di storie autonome, ma legate tra loro da fili sottili e tenaci, così che il protagonista di un racconto può apparire sullo sfondo di un altro, dando all'insieme un effetto di realtà unica, considerata da vari punti di vista.
La strada scelta è quella di un discorso narrativo che è a metà strada fra la raccolta di racconti e il romanzo.
Utilizzando con intelligenza un vecchio trucco (i vecchi trucchi sono i soli che funzionano), Covacich ha costruito un libro di storie autonome, ma legate tra loro da fili sottili e tenaci, così che il protagonista di un racconto può apparire sullo sfondo di un altro, dando all'insieme un effetto di realtà unica, considerata da vari punti di vista.
Lo scopo dichiarato dell’autore non è però quello di aggredire la famigerata «realtà » in quanto tale, ma di dare un certo ordine e un certo significato a un «flusso di pensieri sul presente».
Anche se è una confusione facile e quasi naturale, non dobbiamo mai confondere l’interesse per il presente e quello per la realtà.
Così come la realtà genera molti tentativi di realismo artistico,
Anche se è una confusione facile e quasi naturale, non dobbiamo mai confondere l’interesse per il presente e quello per la realtà.
Così come la realtà genera molti tentativi di realismo artistico,
così l’idea del presente ispira qualcosa che, per analogia, potremmo definire
«presentismo».
Ma non è che il presente sia più facile da rappresentare della
Ma non è che il presente sia più facile da rappresentare della
realtà. Lo scrittore spronato da questo interesse è sempre costretto a confrontarsi con la natura più intima e reale del presente, che è quello di essere effimero, e quasi privo di sostanza, prossimo all'illusione.
Le storie autonome legate tra loro da fili sottili e tenaci sono la mia passione, il mio primo romanzo Frammenti del tredicesimo mese l'ho scritto usando questo "vecchio trucco".
Dal Corriere della Sera sabato 13 settembre 2014 questo è l'incipit della recensione di Emanuele Trevi al nuovo romanzo di
Mauro Covacich
La sposa
Bompiani 2012
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