mercoledì 10 settembre 2014

Scrivere è addentrarsi in una zona d'ombra interna

C’è un “essere-pilota” dentro di noi che lavora costantemente all'integrazione dell’esperienza attraverso il racconto della nostra esistenza. Non si tratta di prendere coscienza, ma di integrare, interpretare, modificare i fatti della vita. 
«Il mio essere-pilota, il mio essere-scrittore mi racconta la vita e io sono il suo lettore» dirà un giorno elaborando le sue idee sullo scrivere. Cercare la fedeltà al vero è illusorio. Come è illusorio pretendere di ridurre l’individuo a un unico io. C’è una moltitudine di io dentro la singola persona e gli avvenimenti raccontati attraversano necessariamente la distorsione dovuta alla compresenza di tanti se stessi in questa folla. La modificazione deriva anche dal fatto che ricordiamo avvenimenti passati attraverso la consapevolezza del presente e comunque l’essere-pilota non agisce alla luce del sole, ma in una zona d’ombra interna. È in quel punto oscuro alla coscienza che l’essere-scrittore pesca le sue storie e i suoi ricordi filtrati. Talvolta avvelenati. Marguerite, rimasta fredda rispetto a Freud e a Lacan, ha incontrato Jung ed è stato un colpo di fulmine.

(Questo è un passaggio fondamentale del bellissimo romanzo biografico o biografia romanzata che Sandra Petrignani ha dedicato a Marguerite Duras)

Sandra Petrignani
Marguerite
Neri Pozza 2014

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