giovedì 26 settembre 2013

Temporali della scrittura

Con il tempo ho cambiato modo di scrivere. Con il tempo ho tolto tutto quello che non serviva. Ho imparato a inquadrare, sono tornato all’essenziale. I miei prossimi libri li porterò addosso come vestiti leggeri, saranno incollati alla mia pelle, saranno la mia pelle.
Se oggi si scrivono pochi buoni libri non è perché si scrive male. Ma è perché solo pochissimi sanno liberarsi di antiche paure per scrivere romanzi degni di questo nome. Le storie, i racconti, i romanzi, sono come temporali. Non sai quanto durano, ma sai che finiranno. Non sai quanti lampi, e tuoni ci saranno, come non puoi sapere che direzione prenderà la pioggia e neppure come sarà la luce. Potranno scoppiare di notte, potranno essere estivi, o arrivare in pieno inverno, magari in alta montagna. Ma sarà acqua che ti arriva addosso, mentre tutto attorno si ferma, mentre un cielo sconosciuto ti sta parlando.
Ecco, dovessi tenere questa mattina una lezione di scrittura comincerei dai temporali. Scrivete come foste dentro un temporale. E aspettate che passi, per capire chi siete diventati, perché se un vostro racconto sa dirvi chi siete diventati allora non c’è bisogno di imparare a scrivere. Sapete già scrivere.

Roberto Cotroneo
frammento del post del 23 giugno 2013


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