Il passato indicibile delle sorelle di Ginda, la nonna
di Colombe, si insinua nella sua vita quotidiana un rivolo dopo l’altro, le
toglie il sonno, la costringe a interrogarsi sul ruolo materno, sul senso della
vita dopo la perdita di un figlio, dopo l’orrore della Shoah. Eppure si può
continuare a vivere, ad amare, a immaginare e costruire il futuro. Scoprire il
destino della piccola Salomé sarà il compito tremendo che permetterà a Colombe
di dare un senso alla storia di una famiglia di ebrei lituani distrutta dai
nazisti. È un libro che dà i brividi, come scrive Roberto Cotroneo in una
bellissima recensione, un libro che ci ricorda che dopo la storia di Salomé, ce
ne sono altre 5.999.999 da raccontare, ascoltare, leggere e rileggere.
“Anche quando sei sola devi prenderti cura di te
stessa. Quando mangi da sola, metti una bella tovaglia, piatti e posate,
prepara un buon pasto, versati un bicchiere di vino. Non accendere la radio,
ascolta piuttosto un po’ di musica. Vestiti sempre elegante, profumati,
truccati ma non troppo. Quando esci e metti dei gioielli, togli sempre una
spilla, un anello, un braccialetto. Meno è meglio di troppo. Bisogna sempre
avere fiori in casa. Non sentirti in imbarazzo a bere qualcosa da sola in un
bar, andare al ristorante, al cinema, a teatro. Non lamentarti perché sei sola,
goditi il caffè bollente, l’umorismo del film che stai per vedere, e se ci
riesci scrivi, scrivi lettere, scrivi poesie, libri, se puoi, non pensare a ciò
che non hai avuto”.
Colombe Schneck
Le madri salvate
Einaudi 2013
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