mercoledì 28 agosto 2013

Scrivere è dare ordine al proprio universo

Signora Egan, lei ha scelto la letteratura o è stata la letteratura a scegliere lei?
«Una combinazione di entrambe le cose. Da una parte ci sono una serie di esperimenti che vorrei fare come scrittrice, dall’altra non riesco a trovare la voce adatta. Quindi, spesso è il testo a scegliere me, non basta la mia volontà a dare forma a idee che vorrei mettere in atto. E ancora ci sono temi, spunti, progetti che vorrei che mi scegliessero, ma questo non accade».

Perché scrive?
«Per creare un collegamento profondo tra me stessa e il mondo, un relazione spirituale che dà un senso maggiore 
alla mia vita. Se non scrivo provo un senso di vuoto: scrivere dà un ordine al mio universo. E al mio posto nel mondo».

Il romanzo classico: un’icona da distruggere o un punto da cui partire in cerca di nuove forme?
«È nella natura del romanzo essere manipolato. Anzi, lo chiede. Mia madre era una mercante d’arte, e quando incontrava astrattisti, chiedeva sempre se fossero partiti dal realismo: voleva essere sicura che avessero compiuto una scelta radicale sulla base di un’effettiva competenza. Io, con i miei romanzi, ho sovvertito la tradizione ma non l’avrei mai potuto fare senza lavori con una struttura classica. La mia scrittura è influenzata da De Lillo, la Oates, Robert Stone ma anche Edith Warton, George Eliot, Dante Puskin, Byron»


frammenti dell'intervista di Fulvio Paloscia a Jennifer Egan
da Repubblica del 13 giugno 2013
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Verissimo, ciao Marina