venerdì 23 agosto 2013

Ossessione e creatività

Oggi copio un post dello scrittore Roberto Cotroneo sulla creatività.
Il suo blog merita una lettura costante.


È motore immobile. Solo l’ossessione può spingere la creatività a farsi sostanza. A trasformare idee e pensieri in qualcosa di comunicabile agli altri. L’ossessione è l’opposto del nulla, del niente. L’ossessione è la creatività allo stato più grezzo. Non c’è romanzo vero che non nasca da un’ossessione iniziale. Non c’è opera musicale che non risuoni prima, come un’ossessione, nella mente del compositore. Non c’è pittura sacra che non obbedisca all’ossessione della purezza e della perfezione ultima, e non c’è torre, città, castello che non sia costruita seguendo il filo ossessivo della protezione assoluta, oppure, a maggior ragione della inespugnabilità. L’ossessione è forza interna inconfessabile, l’ossessione va plasmata come fosse creta, resa tollerabile, perché si possa continuare a vivere normalmente. L’ossessione diventa arte, letteratura musica perché non si trasformi in follia, in melanconia, in sofferenza. L’ossessione è scardinare il centro dal suo sito, irrompere nel nulla, scacciare il niente. È una malattia da cui esci soltanto se impari a riconoscerla. Ma se non ci riesci, diventa una torre d’avorio, e  la tua voce non ha più possibilità di uscita.

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