martedì 26 maggio 2015

La felicità è un filo a cui appendere le cose

La felicità è un filo a cui appendere le cose. Per esempio, andare dalla sarta in Judd Street o piuttosto pensare a un vestito che potrei chiederle di farmi, e immaginarlo già fatto - questo è il filo che, negligentemente immerso nel tesoro di un'onda, tornerebbe alla superficie ricoperto di perle. La povera Murphy ha un muso lungo così dopo i feroci e violenti rimbrotti di L. - epiteti che lui rinnegherebbe. Lei non ha fili da immergere nell'onda verde: le cose per lei non sono collegate, non si uniscono nei grappoli allettanti che costituiscono le felicità. I miei giorni invece probabilmente ne sono pieni. Mi piace questa vita londinese di inizio estate - passeggiare per le strade e fermarmi negli Square coi giardini e poi se i miei libri (non parlo mai dell'opuscolo di L.) dovessero avere successo; se potessimo cominciare i lavori a Monk e installare una radio per Nelly, ospitare gli Skeat nel cottage di Shanks - se - se - se Quel che acccadrà sarà un qualche intenso momento di piacere e qualche profonda immersione nella malinconia. Cattive recensioni, essere ignorata; e poi qualche delizioso battimani. Ma quel che mi piacerebbe davvero sarebbe avere £ 3 per comprare un paio di stivali con la suola di gomma, e fare delle passeggiate in campagna la domenica. 

Lunedì 20 aprile 1925

Virginia Woolf
Diari. 1925-1930
a cura di Bianca Tarozzi
BUR 2012

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