venerdì 29 maggio 2015

E mi piace Londra, per scrivere questo libro

Londra è un incanto. Esco e poso il piede su un magico tappeto bronzeo, e mi trovo rapita, nella bellezza, senza neppure alzare un dito. Uno stupore le notti, con tutti quei portici bianchi e i vasti viali silenziosi. E la gente che sbuca dentro e fuori, agilmente, piacevolmente, come conigli. Io guardo giù per Southampton Road, bagnata come il dorso di una foca o rossa e gialla di sole e osservo gli omnibus che vanno e vengono e sento i vecchi organetti folli. Uno di questi giorni scriverò di Londra, di come raccoglie la vita intima e la trasporta, senza alcuno sforzo. I volti dei passanti sollevano il mio pensiero; gli impediscono di posarsi, come nella quiete di Rodmell.

Ma la mia mente è piena delle Ore. Adesso dico che ci lavorerò per quattro mesi, giugno, luglio, agosto, settembre, e poi sarà finito, e lo metterò via per tre mesi, durante i quali terminerò i miei saggi; e allora sarà – ottobre, novembre, dicembre – gennaio; e lo rivedrò tutto tra gennaio, febbraio, marzo e aprile; e in aprile usciranno i miei saggi e in maggio il mio romanzo. Questo è il programma. Mi si dipana dalla mente rapido, e adesso anche libero; e dalla crisi dell’agosto scorso, che considero l’inizio, è andato molto in fretta, anche se con molte interruzioni. Sta diventando più analitico e umano, mi sembra; meno lirico; ma sento di avere allargato i limiti a sufficienza e di poterci riversare tutto. Se così è, tanto meglio. Resta da rileggere. Questa volta miro a 80.000 parole. E mi piace Londra, per scrivere questo libro; in parte perché, come dico, la vita ti sostiene; e con il mio cervello a gabbia di scoiattolo è una gran cosa non dover più girare in tondo. Poi vedere creature umane, liberamente e rapidamente, è per me un infinito vantaggio. E posso fare rapide sortite fuori di casa e rinfrescare il mio ristagno.

Virginia Woolf
Diario di una scrittrice

traduzione di Giuliana De Carlo
Oscar Saggi Mondadori 1979

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