La compattezza del reale, questo ammattonarsi degli attimi e degli eventi nella storia, il gioco inesorabile di incastri per cui nulla sfugge alla calce che salda e spiana, può generare sentimenti opposti: c'è chi vede in tanta compiutezza un piano razionale, impenetrabile dalla nostra mente limitata, in virtù del quale neanche una pietruzza resterà abbandonata in disparte, perché tutto si fonde, tutto si sostiene in una volontà e in un ordine, e c'è chi di fronte a questa vischiosa pienezza dell'essere prova invece un senso di soffocamento e vorrebbe in ogni modo trovare nella totalità del muro un varco, una frattura, uno smottamento, per andare di là, oltre, dove le cose rotolano liberamente e nulla è così ferocemente definito.
Marco Lodoli
La scomparsa di Federico Caffè
Diario del 22/06/2001
2 settimane fa
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