Ridiscese di alcuni metri poi si sedette sull'erba, all'ombra di un boschetto di oleandri. Si lasciò invadere dall'aria calda e profumata.
Di fronte a lui il forte di Saint-Jean, l'antico comando degli Ospedalieri di Gerusalemme. Pareva che la luce volesse saziarsi del rosa delle sue pietre. Ne lambiva le più piccole asperità con lo stesso piacere con cui si assapora un gelato al lampone.
Più in basso la stretta imboccatura, un tempo passaggio strategico per accedere al Vieux Port. Appena superata i velieri prendevano lo slancio verso la rada.
Con lo sguardo seguì uno dei traghetti che ritornava, vuoto, dalle isole del Frioul e dal castello d'If. Sarebbe andato a ormeggiare al molo davanti alla Canebière, che da lì intravedeva appena...
Tirò fuori da un tascapane un panino con tonno, pomodori e olive e iniziò a mangiarlo facendo estremamente attenzione a non farsi sgocciolare l'olio sulle dita. Continuando a masticare si lasciò invadere dalla felicità, quella semplice, incomprensibile, che dal cielo scende sul mare.
Jean-Claude Izzo
Marinai perduti
traduzione di Franca Doriguzzi
edizioni e/o 2001
2 settimane fa
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