martedì 31 luglio 2012

L'ispirazione

DISAGIO
Il più forte, il più urgente tra i sentimenti che spingono a scrivere versi, è per me una forma incantata, inspiegabile di disagio nei confronti del vivere e del morire: chi comincia a scrivere poesie, non accetta che il fatto di esistere sia qualcosa di scontato, per cui ciò che vale è l'agire... 


VOCI
Le voci che spingono a scrivere poesia ci raggiungono da non sappiamo dove. E' difficile capire se arrivino da lontananze misteriose, e ci entrino dentro come punte di frecce, o se stiano addormentate nella zona oscura della nostra anima, là dove basta un soprassalto a risvegliarle...


MUSE
Un tempo la spinta a scrivere poesia aveva un nome: ispirazione, e le Voci appartenevano a essere divini, le Muse... Una di loro è dunque la dea che viene cantata da Omero nel primo verso del primo poema occidentale. La dea non solo spinge a cantare: canta lei stessa, è Voce nel senso più pieno: il più antico poeta occidentale annota, rammemora, riferisce, è cieco perché deve innanzi tutto ascoltare e ricordare...


Giuseppe Conte
Manuale di poesia
Guanda 1995



lunedì 30 luglio 2012

Tutto è fecondo, tutto è pericoloso

"A partire da una data età i nostri ricordi, sono tanto incrociati gli uni con gli altri che la cosa cui si pensa, il libro che si legge, non hanno quasi più importanza. Abbiamo messo ovunque qualcosa di noi, tutto è fecondo, tutto è pericoloso".


dedica di Franco Fortini a Vittorio Gassman, in dono con la traduzione di Albertina scomparsa di Marcel Proust

domenica 29 luglio 2012

Dove nasce la felicità

Diamantis lasciò errare lo sguardo sul ponte, Sorgeva il sole. E c'era un'aureola rosa pallido sulle colline intorno alla città. Una strana aureola. la felicità, se esisteva, nasceva lì. Nel momento in cui il giorno ricomincia.


Jean-Claude Izzo
Marinai perduti
traduzione di Franca Doriguzzi
edizioni e/o 2001

sabato 28 luglio 2012

Estate, Marsiglia, felicità

Ridiscese di alcuni metri poi si sedette sull'erba, all'ombra di un boschetto di oleandri. Si lasciò invadere dall'aria calda e profumata.
Di fronte a lui il forte di Saint-Jean, l'antico comando degli Ospedalieri di Gerusalemme. Pareva che la luce volesse saziarsi del rosa delle sue pietre. Ne lambiva le più piccole asperità con lo stesso piacere con cui si assapora un gelato al lampone.
Più in basso la stretta imboccatura, un tempo passaggio strategico per accedere al Vieux Port. Appena superata i velieri prendevano lo slancio verso la rada. 
Con lo sguardo seguì uno dei traghetti che ritornava, vuoto, dalle isole del Frioul  e dal castello d'If. Sarebbe andato a ormeggiare al molo davanti alla Canebière, che da lì intravedeva appena...
Tirò fuori da un tascapane un panino con tonno, pomodori e olive e iniziò a mangiarlo facendo estremamente attenzione a non farsi sgocciolare l'olio sulle dita. Continuando a masticare si lasciò invadere dalla felicità, quella semplice, incomprensibile, che dal cielo scende sul mare.

Jean-Claude Izzo
Marinai perduti
traduzione di Franca Doriguzzi
edizioni e/o 2001

venerdì 27 luglio 2012

L'intermittenza della poesia

La poesia apre la finestra sul mondo delle possibilità e, soprattutto in questo particolare momento storico, raccoglie uno stare all’opposizione. Per scrivere versi è determinante un particolare uso del tempo, la diluizione del gesto e dello sforzo. Le mie poesie nascono per successivi appunti dove l’incertezza è la regola. Mentre il linguaggio economico, commerciale è fondato sulla certezza della comunicazione, su messaggi il meno possibile soggetti a fraintendimenti, nei versi prevale l’incertezza del risultato. Quando inizio a scrivere una poesia non so nulla, posso perdermi per strada, esiste una straordinaria possibilità di dissipazione. In fondo si tratta di gratuità: non scrivo mai pensando a dei lettori, ma la mia prima preoccupazione è ridurre lo spazio tra quel brusio interiore - che è la nostra capacità linguistica inesausta non solo quando verbalizziamo, ma anche quando pensiamo - e la sua pronuncia. In quella intermittenza dove dispongo del mio continente e lo faccio affiorare, lo faccio nascere al mondo, lì c’è poesia. È il punto di sutura e la preoccupazione prima è proprio di avvicinare i due lembi di realtà.

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/pierluigi-cappello#ixzz21pNe34lC



interessante intervista al poeta Pierluigi Cappello
di Giulia Valsecchi

giovedì 26 luglio 2012

Il tredicesimo mese è il tempo della narrazione

Grazie a Marina Bisogno, giornalista e blogger che mi ha invitato a rispondere a qualche domanda sulla mia passione per la scrittura. 
Questa è la prima domanda, il resto sul blog Libreramente

Frammenti  del tredicesimo mese per vivere attraverso la rivelazione delle parole anche il tempo materialmente inesistente?

Frammenti del tredicesimo mese è il titolo del mio primo romanzo e del mio blog. Il tredicesimo mese è il tempo della narrazione, quello dove i frammenti della memoria si ricompongono, come quando una lama di luce attraversa la penombra di una stanza e il pulviscolo sospeso nell’aria inizia a danzare. In quel ritmo, nel ritmo della parola scritta sta il mistero che dà vita all’esperienza. Le parole sono alla fine di quel che abbiamo vissuto e le parole sono all’inizio di quel che vorremmo vivere. Ricordo e immaginazione sono le due rive del mare dell’esistenza, le parole sono il ponte, la nave, ma anche le onde, i gabbiani e il vento che li sospinge.

Altri luoghi


Quasi al fondo della strada mi afferra
il profumo dei gelsomini e il cielo
si allarga di un azzurro improvviso

Questa è la città di pietra che mi sfila
il grano dei giorni e nel buio offre
riparo e sollievo agli assenti

Quindi è il vento portato dai rami
a strapparmi i giornali intonsi e
mi spinge a guardare la casa assopita

Quello del pesce è profumo 
della città mediterranea che
si alza nel tempo e divora

le terre, le distanze, i confini.


Elena Petrassi
Il calvario della rosa
Moretti&Vitali 2004

Estate, la stagione invincibile

Estate, estate... La stagione delle promesse, del mare, della semplice felicità dell'essere vivi. Quindi ancora poesie per questa stagione che, come scriveva Camus, è la stagione invincibile.

mercoledì 25 luglio 2012

La soglia


Avvolti nella luce
del mezzogiorno indugiamo
sulla soglia della cucina.

Fuori, non c’è altro che
la pietra delle cose
l’osso essenziale del sole.
L’oleandro bianco chiama
a irretire le ombre.

Dentro, lo sguardo dimora
nel fuoco: pomodoro
e cipolle creano il mondo.
Pentole nere di fumo
stanno in silenzio, a contare
i giorni che verranno.

Dove noi saremo,
per metà ombra, per metà brace.

Elena Petrassi
Il calvario della rosa
Moretti&Vitali 2004

martedì 24 luglio 2012

L’ultima onda


Un frammento d’osso, tempo
pietrificato sulla sabbia.
Lo abbiamo intravisto, noi
cercatori di promesse.

Il mare ha lavato il senso a
tutte le ragioni dimenticate.
Il sale si asciuga, protesta
la sua colpa. Origine assoluta.

L’ultima onda sale alle caviglie
cerca l’osso rotondo, il perno
del tuo peso. Ripete a stento
il nome esatto che hai suggerito.

E’ solo un refolo, un  sibilo
di vento un battere di ali
prima del silenzio.

Elena Petrassi
Il calvario della rosa
Moretti&Vitali 2004

lunedì 23 luglio 2012

La poesia, un chiamare per fuggire

La poesia è fuga e ricerca, bisogno e spavento; un andare e ritornare, un chiamare per fuggire; un'angoscia senza limiti e un amore esteso.


Maria Zambrano
Poesia e filosofia
traduzione di Lucio Sessa
edizioni Pendragon 1998

domenica 22 luglio 2012

Fuga


Brevi sono le forme
che il caos inquieto produce.
La vita è fiamma vinta.
Ogni cosa è costretta
in uno spazio imperioso.
Ascese immani s’appuntano
al vertice di un’ora
per ricadere dolorosamente
in una perduta impotenza.
Se poi ci si rialzerà,
non è certo.
A volte il destino divaga.
Attese di anni non bastano
a dar tempo di giungere a un momento.
E noi stringiamo la grazia
come una mano che si ritira.



Vincenzo Cardarelli

sabato 21 luglio 2012

Le sole vere pupille erano le tue


Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio  Montale
Satura

venerdì 20 luglio 2012

Ci sono giornate che sono filosofie


... ci sono giornate che sono filosofie, che ci suggeriscono interpretazioni della vita, che sono appunti a margine, pieni di un’alta critica, nel libro del nostro destino universale.

Fernando Pessoa 

Il libro dell’inquietudine 
Feltrinelli 1987

giovedì 19 luglio 2012

Andando in un'aria di vetro


Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
 

Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.


Eugenio Montale

Ossi di seppia

mercoledì 18 luglio 2012

Perché si scrive

Scrivere è difendere la solitudine in cui ci si trova; è un'azione che scaturisce soltanto da un isolamento effettivo, ma comunicabile, nel quale, proprio per la lontananza da tutte le cose concrete, si rende possibile una scoperta di rapporti tra esse. 


Maria Zambrano
Verso un sapere dell'anima
edizione italiana a cura di Rosella Prezzo
Raffaello Cortina Editore 1996

Dove creo io sono vero

O Lou, in una poesia che mi riesce c'è molta più realtà che in ogni relazione o affetto che provo; dove creo io sono vero e vorrei trovare la forza di fondare la mia vita interamente su questa verità, su questa infinità semplicità e gioia che talvolta mi sono concesse.


Rainer Maria Rilke - Lou Andreas Salomé
Epistolario 1897 - 1926
lettera di Rilke a Lou  sabato 8 agosto 1903
La Tartaruga edizioni 1984
traduzione di Claudio Groff e Paola Maria Filippi

martedì 17 luglio 2012

Tutto in me si è sempre intrecciato alle parole lette e scritte, ai racconti

Ma nessuno vive della o nella scrittura. Mentre scrivo queste sagge parole penso invece a Kafka. Ma io non sono Kafka. Ho amato, ho fatto politica, ho viaggiato, ho insegnato e continuo a fare tutte queste cose. Eppure non posso che affermare che tutto in me si è sempre intrecciato alle parole lette e alle parole scritte o alle storie e ai racconti.


Franco Rella
Egli
Tre lune edizioni 1999

domenica 15 luglio 2012

Il nostro compito è dare seguito ai racconti che si sono depositati in noi

Sono convinto che noi siamo un grumo, un intreccio di storie, e forse il nostro compito è di dare un seguito ai racconti che si sono depositati in noi, e che parlano della solita lotta tra il bene e il male, tra la vita e la morte e tra ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo. Questa è forse la risposta all'antico monito della profetica roccia di Delfi: "Conosci te stesso", che ritroviamo sempre sul nostro cammino, senza che ci sia dato di capire chiaramente se questo monito contiene un invito o una proibizione, o addirittura la sfida dell'impossibile.


Franco Rella
Egli
Tre lune edizioni 1999

sabato 14 luglio 2012

Attraversare la vita come un albero carico di frutti

La vita passa e io voglio attraversarla come un albero solido e carico di frutti, non come una rosa perfetta e profumata che se la tocchi si sciupa.


Fanny Ardant
dall'intervista al Venerdì di Repubblica 
del 24/07/1998

venerdì 13 luglio 2012

Non si sceglie la materia della propria scrittura

Non si sceglie la materia della propria scrittura, ci si sottomette a essa.


Gustave Flaubert

giovedì 12 luglio 2012

Non esiste un solo modo di raccontare

Non esiste un solo modo di raccontare. C'è stato un tempo in cui raccontare per me era soprattutto utilizzare la chiave della memoria. Oggi quello che racconto passa attraverso il viaggio e il paesaggio, due luoghi che hanno molto a che vedere con la narrazione svolta al presente.


Marco Paolini
intervista a Repubblica del 11/12/2000

La conversazione è il più accessibile fra tutti i piaceri

Credo che questa terra gli sembrasse, nell' insieme, un luogo piacevole e frequentabile: c'era ancora mare, dove immergersi; boschi, da percorrere; città antiche da visitare; persone intelligenti e divertenti, con cui discorrere. Senza dirlo a nessuno, si era scelto una parte: quella di smussare gli angoli, di levigare le asperità, di correggere le traiettorie sbagliate, di armonizzare le note del confuso concerto umano, di sciogliere i nodi, di conciliare e, come diceva Henry James, di connettere, connettere... Discorreva volentieri. Come dice Stevenson, pensava che "il primo dovere di un uomo è quello di parlare. Quaggiù è la nostra principale occupazione, e la conversazione è il più accessibile fra tutti i piaceri. Non costa nulla, è tutto beneficio, completa la nostra educazione, sigilla e intrattiene le nostre amicizie... L' eccitazione di una buona conversazione dura a lungo nel sangue, e si ha il cuore che continua ad ardere, il cervello che bolle, mentre la terra danza intorno a te, negli ori del tramonto...".


Pietro Citati 
Una vita all'ombra di Picasso
in ricordo di Piero Crommelinck,
incisore e collaboratore di Picasso
la Repubblica 06/07/2001

martedì 10 luglio 2012

La terra che era mondo

Ho scavato nella terra
con le mani già sporche 
d'inchiostro.


Ho scavato fino al giusto
fondo dove dimorano ora
le piccole radici
e racchiuso tutto intorno
quella terra che era mondo.


Le foglie si alzeranno
si apriranno verso le nuvole
invidiose del loro colore
desiderose di andare e stare.


A sugo quasi pronto spezzerò
qualche gambo e laverò
le foglie nell'acqua corrente.


L'estate è profumo di basilico
e ringhiera.


Elena Petrassi
Il calvario della rosa
Moretti&Vitali 2004



I campi rossi

I semi di papavero 
affondano nel miele.
Così ho mangiato
i campi rossi dell'estate
che non sarà vestita
di fiori, ma del loro
ricordo sulla mia lingua.


Elena Petrassi
Il calvario della rosa
Moretti&Vitali 2004

lunedì 9 luglio 2012

luglio, notte

Perché il male si scomponga come il criceto sepolto in una
scatola di scarpe nella terra dell'orto.


Perché arrivi a me stanotte lo spavento destinato ad altri


La vedo, questa donna che per ore ha fissato il televisore
acceso e ora grida contro un altro corpo in penombra
immobile sulla poltrona senza colore.


Antonella Anedda
Notti di pace occidentale
Donzelli 1999

domenica 8 luglio 2012

Scrivere è fluire come acqua chiara

Noi viviamo perché ci raccontiamo, prima a noi stessi e poi agli altri, siamo affabulatori infiniti, ma il linguaggio dev'essere sempre fluido e chiaro come l'acqua.


Joyce Lussu
La Repubblica - Il venerdì
13/03/1998

sabato 7 luglio 2012

Michelangelo ha scritto: disegna Antonio, disegna Antonio, disegna e non perdere tempo

E cos' è che fa diventare una persona un artista? 
"Il lavoro. Lavoro, non solo l' ispirazione. Esiste un piccolo foglio in cui Michelangelo ha scritto: disegna Antonio, disegna Antonio, disegna e non perdere tempo. Per ogni artista la prima cosa è il lavoro. Dal trattato della pittura di Leonardo da Vinci si capisce come un apprendista dovesse studiare tutti i mezzi e le tecniche per arrivare alla maestria. Per diventare dei maestri bisogna lavorare. Anche un pianista deve esercitarsi ogni giorno".

Ernst H. Gombrich intervistatto da Paolo Vagheggi
la Repubblica 
06/01/1998

Quindi per diventare uno scrittore bisogna scrivere... e leggere

venerdì 6 luglio 2012

Scrivere è attraversare un varco nel muro del reale

La compattezza del reale, questo ammattonarsi degli attimi e degli eventi nella storia, il gioco inesorabile di incastri per cui nulla sfugge alla calce che salda e spiana, può generare sentimenti opposti: c'è chi vede in tanta compiutezza un piano razionale, impenetrabile dalla nostra mente limitata, in virtù del quale neanche una pietruzza resterà abbandonata in disparte, perché tutto si fonde, tutto si sostiene in una volontà e in un ordine, e c'è chi di fronte a questa vischiosa pienezza dell'essere prova invece un senso di soffocamento e vorrebbe in ogni modo trovare nella totalità del muro un varco, una frattura, uno smottamento, per andare di là, oltre, dove le cose rotolano liberamente e nulla è così ferocemente definito.


Marco Lodoli
La scomparsa di Federico Caffè
Diario del 22/06/2001

Scrivere è un viaggio nel buio

Ogni romanzo è un viaggio nel buio, intervallato da una luce cosmica e da una luce creaturale. Per essere più preciso, ho pensato a Cézanne e ho pensato a Rembrandt. Ma si sa che i rapporti fra le arti devono essere casti.
La scrittura è secca, la risposta al dramma è lirica. Di più non posso dire. Il mare, il vento, le stelle, tutto si convoglia nel viaggio; sulla terra, il male, la violenza hanno origine lontano, nei secoli.
In ogni ora che passa vi sono diamanti estremi, nell'ora più semplice. Ho pensato agli Ossi di seppia di Montale e al Cimitero marino di Valéry, ai due grandi interlocutori del golfo di Genova e del Golfo di Marsiglia, alla loro meditazione su rive scoscese e tra le pietre dorate e le tombe assalite dai marosi.
So che ogni libro in cui si allude al destino umano è un fallimento. Se poi vi è di mezzo un marinaio che vede buona parte delle cose sulle sue palpebre chiuse...


Francesco Biamonti
Scritti e parlati
I silenzi di Attesa sul mare
Einaudi 2008

giovedì 5 luglio 2012

Scrivere un libro di cieli

Il paesaggio? E' destino umano abitare un mondo. Un'opera d'arte nasce da un rapporto della coscienza soggettiva con la storia e con la natura. Il paesaggio che mi vedo sempre davanti agli occhi è quello ligure. Le storie in genere le invento, raccolgo e solidifico una sparsa atmosfera...
La donna e la morte sono sogni che si sprigionano all'improvviso. Portano a investigare nella mitologia dell'anima.
Amerei scrivere un giallo senza fatti, per mutamenti interni, oppure un libro di cieli.
Nella vita c'è sempre una mutilazione.



Francesco Biamonti 
Scritti e parlati
Breve nota autobiografica
Einaudi 2008

Leggo dappertutto e di solito scrivo a casa

Leggo Montale, Valéry, Camus per la loro métaphysique ensoleillée e lo stile rischioso e severo.
Leggo dappertutto e di solito scrivo a casa.
Ho amato Pavese, Silvio D'Arzo, Calvino, Lalla Romano, Rigoni Stern, Boine, Sbarbaro e Montale.


Francesco Biamonti
Scritti e parlati

Breve nota autobiografica
Einaudi 2008

mercoledì 4 luglio 2012

Scrivere innaffiando le mimose

Anche quando sono lì che annaffio le mimose penso a delle frasi, mi creo gli stilemi per la scrittura, penso a come esprimere una certa sensazione, e dentro di me mormoro una frase, poi la rielaboro, perché troppe parole nascondono le cose. E allora penso a Cézanne, a come avrebbe visto le cose lui, a cosa avrebbe tagliato.


Francesco Biamonti
Scritti e parlati
da un colloquio con Giovanni Turra
Einaudi 2008

martedì 3 luglio 2012

Questo splendore o il ricordo della sua assenza


Fiotti di sole caduti dal sommo del cielo rimbalzano brutalmente sulla campagna intorno a noi. Tutto tace davanti a questo tumulto e il Lubéron, laggiù, è soltanto un enorme blocco di silenzio che io ascolto senza tregua. Tendo l'orecchio, di lontano corrono verso di me, mi chiamano invisibili amici, la mia gioia aumenta, la stessa di molti anni fa. Un felice enigma mi aiuta di nuovo a capire tutto. Dove sta l'assurdità del mondo? È questo splendore o il ricordo della sua assenza?

Albert Camus
L'enigma in L'estate 

Opere - Romanzi, racconti, saggi
a cura e con introduzione di Roger Grenier
traduzione di Sergio Morando 

Classici Bompiani 1988

Scrivere è tracciare la storia delle nostre nostalgie

L'idea che ogni scrittore scriva necessariamente di sé e dipinga se stesso nei propri libri è una delle puerilità lasciateci in eredità dal romanticismo. Invece non è affatto escluso che un artista si interessi in primo luogo agli altri, o al proprio tempo, o a dei miti familiari. E se anche gli capita di mettersi in scena, si può considerare eccezione il fatto che parli di quel che realmente egli è. Le opere di un uomo tracciano spesso la storia delle sue nostalgie o delle sue tentazioni, quasi mai la sua vera storia, soprattutto quando pretendono di essere autobiografiche. Nessuno ha mai osato dipingersi come è.


Albert Camus
L'enigma in L'estate 

Opere - Romanzi, racconti, saggi
a cura e con introduzione di Roger Grenier
traduzione di Sergio Morando 

Classici Bompiani 1988

domenica 1 luglio 2012

Scrivere è far succedere le cose nel futuro

I pensieri sono reali. Le parole sono reali. Tutto quello che è umano è reale, e a volte conosciamo le cose prima che succedano anche se non ne siamo consapevoli. Viviamo nel presente, ma il futuro è dentro di noi in ogni momento. Forse scrivere è proprio questo. Non registrare i fatti del passato, ma far succedere le cose nel futuro.


Paul Auster
La notte dell'oracolo
traduzione di Massimo Bocchiola
Einaudi 2004