partecipare del colore che per primo compare al mattino
e fino a tardi si distingue nella sera,
se fossero tutte debolmente luminose
non avremmo bisogno del sole,
non avremmo paura della notte;
una vaga vita animale sarebbe dentro le cose quotidiane
sentiremmo le stanze e ogni luogo
pieni di moti indecifrabili, quasi d’affetto.
Ma sparirebbero, sparirebbero le ombre,
il loro nascere, il loro crescere sul prato,
il loro lento, armonico giro
e questo cielo sgombro e luminoso
e il vedere cose vicine
e il vedere cose lontane ben chiuse nei contorni,
la gioia sottile di allungare la vista all’orizzonte,
la grande gloria delle distanze,
la libertà di andarsene, di separarsi dal resto.
Annalisa Manstretta
Il sole visto di lato
Il Passo di Efesto - Poesia
Atì editore 2012
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