martedì 15 maggio 2012

Lancio di dadi sull’acqua

C’era una tavola come apparecchiata, ma per terra.
Parevano scodelle quei fogli scritti e fitti
mezzo strappati da una tovaglia di carta –

“Avremo scritto il nostro sogno, avremo sognato il nostro scrivere”

    C’erano come dadi sulle carte sgranate,
ma erano i ciottoli del Mar nero
improvvisamente lanciati sulle nostre vite –

    “Abbiamo seminato? Fiori. Raccoglieremo? Fogli”
“Avremo raccolto ancora ciottoli, ma chi potrà crederci”

Sulla carta apparecchiata
quasi una mappa confusa
tra pesci pane e un ricordo di vino.

C’era stata una fiamma, e intorno una tavola
come apparecchiata sullo scoglio
cancellata dalla sabbia e solo dopo secoli riemersa
sul fondo di un fiume essiccato.

Eravamo morti da tempo
e si parlava nel vento

“vorrei rinascere per amarti in qualche forma”
    “Ma tu lo sai, avremmo forme strane e imperscrutabili – ”

“In mille forme potrai pure nasconderti, ti riconosco subito”
    “In mille forme, e ancora ti respiro”

La brezza aveva spento ogni lume,
e non avremmo saputo più dire
se eravamo ancora anime antiche
o forse bambini con piedi piccoli
nelle pozze dello scoglio,
attenti a non farci ferire
dai granchi e dal vetro.

Camilla Miglio
Maree
Il Passo di Efesto - Poesia
Atì editore 2010

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