Il ‘levantazzo’ è il vento di scirocco-levante quando diventa acceso, come dicono gli uomini delle barche, nei pomeriggi infocati. È il vento che viene dalla parte più viva dell’Adriatico, da dove sorge il sole. Un vento carico di luce e di riflessi, che ravviva il mare di onde frequenti e irte di schiuma, che riempie di colore le nostre scogliere, che porta i semi del mirto e del rosmarino, che matura i fichidindia e l’uva e insanguina di papaveri i campi di grano, che cuoce la fronte e la nuca dei pescatori, che feconda il mare di nuovi pesci. Qui giù il sole sorge dal mare e peschiamo negli intervalli fra la tramontana – un vento che non ci appartiene, che ci porta solo freddo e mare grigio e un gelo di montagne, di altre terre troppo lontane da noi – e il levante che è il mare della Grecia, dei miti, dei pastori e delle sirene, dei delfini e dei tonni, il vento della nostra civiltà antichissima, su cui aprirono le vele Ulisse e Diomede, soffia sempre su di noi, e anche se sono passati i millenni, se la Grecia è solo rovine, da levante continueremo ad attingere calore e vita. Ma è difficile spiegare cos'è il ‘levantazzo’. Diciamo che è anche la gioia di immaginare Agiostrati, o di leggere l’Odissea e di pensare che esistono ancora le sirene.
Antonio Mallardi
Levantazzo
Leonardo da Vinci editore 1961
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