Mentre
passeggiavo con il naso per aria non lontano da casa e pensavo a com’era bella
la trattoria che ha chiuso l’anno scorso e adesso è diventata un’hamburgeria
(esisterà mai questa parola?), sono finita in braccio alla signora Angela che
fino all’anno scorso, pure lei, aveva una bellissima bancarella di libri usati sui
Navigli. Così abbiamo parlato, anche con lei, dei bei vecchi andati e della
passione condivisa dei vecchi libri di carta. Lei mi ha ricordato quanti libri
mi ha venduto e in particolare una bella edizione Einaudi in cofanetto, che
risale agli anni Cinquanta del secolo scorso, appartenuta al decano della psicoanalisi
Cesare Musatti. Che emozione quando, ancora anni fa, lei mi aveva raccontato dei
numerosi volumi appartenuti allo psicoanalista e che erano finiti nelle mani di
un suo collega, forse soprannominato Il
turco o forse il greco, che ne
aveva comperati e rivenduti a centinaia. Questa storia è raccontata anche da
Sandro Gerbi sul Corriere della Sera,
perché lo scrittore Andrea Kerbaker ne era venuto in possesso di circa
ottocento, molti dei quali con dedica. All’epoca un po’ lo avevo invidiato, ma
sono molto contenta della mia Recherche.
Mi chiedo perché questa soddisfazione sia legata proprio e soltanto ai libri di
carta. Ma in fondo mi importa poco saperlo. L’importante è che i libri ci
siano.
E.P.
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