lunedì 12 dicembre 2016

mi feci un’insenatura di calma all'interno della stoffa e mi ritrovai nel confuso labirinto del mio proprio tempo

A vent'anni dalla prima edizione Iperborea pubblica di nuovo un libro meraviglioso che ho amato tantissimo.
Ecco un frammento dalle prime pagine.
E.P.



"La neve mi costringeva a socchiudere gli occhi e mi serrai più stretto il collo del cappotto, mi feci un’insenatura di calma all'interno della stoffa e mi ritrovai nel confuso labirinto del mio proprio tempo, mentre procedevo per quella via in cui, una volta, avevo dato il nome a tante cose. Camminavo con il mio passo da adulto e contemporaneamente, con un’altra parte di me, avevo tre anni. La mano che stringeva la borsa teneva al tempo stesso la mano di mia madre, indicava un cono gelato, si liberava da una mischia in Grecia, seguiva le meraviglie di una partitura. Ogni azione del passato generava mille altre possibilità, scorreva a rivoli verso suoi propri futuri. Ed essi proseguono, sempre più numerosi, nelle terre vergini della coscienza, ombre che t’inseguono e vengono inseguite. Non c’è mai requie".

Göran Tunström
L'oratorio di Natale
traduzione di Fulvio Ferrari
Iperborea 2016




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