La stessa camera. Vi scrivo nella stessa camera. Oggi, al di là dei vetri, c'era la foresta ed era arrivato il vento.
Le rose sono morte in quell'altro paese del Nord, una a una, ghermite dall'inverno.
È buio. Non vedo più le parole tracciate. Non vedo che la mia mano immobile che ha smesso di scrivervi. Ma sotto la finestra il cielo è ancora blu. Il blu degli occhi di Aurélia sarebbe stato più scuro, vedete, soprattutto la sera, avrebbe perso il suo colore, sarebbe diventato oscurità limpida e senza fondo.
Mi chiamo Aurélia Steiner.
Abito a Parigi dove i miei genitori insegnano.
Ho diciotto anni.
Scrivo.
Marguerite Duras
Il dolore
incipit del racconto Aurélia Paris
traduzione di Giovanni Mariotti
Feltrinelli 1985
2 settimane fa
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