martedì 8 aprile 2014

La poesia è un giardino immaginario con veri rospi dentro

La poesia


Non piace neanche a me: ci sono cose ben più importanti di tutte quelle astruserie.
    Eppure, con tutto il disprezzo possibile, leggendola, uno scopre
    che dopotutto c'è in essa qualcosa di autentico.
        Mani che possono afferrare, occhi
        che possono spalancarsi, capelli che possono drizzarsi
            se serve: e queste cose non sono importanti


perché è possibile spiegarle in modo pretenzioso ma perché sono 
    utili. Quando sono così elaborate da diventare incomprensibili
    si può dire lo stesso di ognuno di noi, che non
        ammiriamo quel che
        non riusciamo a capire: il pipistrello
        appeso sottosopra o in cerca di qualcosa da


mangiare, elefanti al lavoro, un cavallo selvaggio che si rotola, il lupo infaticabile
    sotto un albero, il critico irremovibile che rabbrividisce come un cavallo quando
                                                                                                                        /sente 
    una pulce, il tifoso di base-
        ball, l'esperto di statistica,
        senza escludere «documenti d’affari e



libri scolastici»; tutti fenomeni importanti. Eppure una distinzione
    va fatta: se sono dei mezzi poeti a metterli in risalto, il risultato non è poesia,
    né lo sarà finché i poeti tra noi non diventeranno
            «letteralisti del-
            l’immaginazione», superiori
            a insolenza e volgarità e non offriranno


al nostro esame «giardini immaginari con veri rospi dentro». 
    Ma intanto, se per un verso vuoi
    la materia prima della poesia in
        tutta la sua crudezza e 
        per un altro quel che c'è
            di autentico, beh, allora t’interessa, la poesia. 


Marianne Moore

Complete Poems
Faber&Faber 1984
traduzione di Francesco Dalessandro
dal blog Poesie senza pari


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