giovedì 18 febbraio 2016

La pacifica caparbietà della parola poetica

Lstlanik(…) può rappresentare la forza e la fragilità, la pacifica caparbietà della parola poetica? Me lo auguro. Tanto più che, in mezzo ai boschi dove cresce lo stlanik, è passato davvero, molti anni fa, un grande poeta, OsipMandel'štam, sulla via della deportazione che lavrebbe condotto alla morte; e allora quando penso allo stlanik a me viene subito in mente la figura di un altro poeta, Philippe Jaccottet, che una volta a Francoforte, leggendo appunto le sue traduzioni francesi di alcune poesie di Mandel'štam, si è alzato in piedi (lui, di solito così timido e riservato), e con voce più alta del normale ha detto che i versi di Mandel'štam sembrano dirci, ancora oggi: «In piedi, alziamoci in piedi! Anche nei momenti peggiori, anche nelle peggiori condizioni: su, in piedi, camminiamo!»


(lo stlanik è il pino siberiano)


Fabio Pusterla

Il nervo di Arnold
Marcos y Marcos 2007


Nessun commento: