mercoledì 14 ottobre 2015

Scrivere sul confine tra realtà e finzione

Esce in tutto il mondo Dictator ultimo volume della trilogia su Cicerone. L'autore, Robert Harris, ex giornalista politico della Bbc divenuto scrittore di grandissimo successo, ci accompagna per l'occasione in una passeggiata per luoghi ciceroniani. 
La prima tappa è un muro, nascosto nel giardino di una casa privata. Quello che resta della villa dove il più celebre degli oratori ha vissuto a lungo. Da qui ha scritto molte lettere all'amico Attico: «Sono servite come fonti per il mio lavoro», spiega Harris. «Ho impiegato dodici anni per concludere la trilogia, e i primi due solo per raccogliere documenti». 
Racconta del suo metodo di lavoro e dei confini morali di uno scrittore: «Come giornalista so di non dover mai scrivere una cosa che sia evidentemente falsa. Ma sono un romanziere, e ho anche il dovere di inventare: le conversazioni, le motivazioni politiche, certi piccoli segreti della vita privata delle persone. Devo fare ipotesi, speculare. E soprattutto tagliare, tralasciare, eliminare. Lì, nel montaggio, si stabilisce il confine tra realtà e finzione. La diversa velocità nel dipanarsi degli eventi, la progressione, l'incalzare. Si può dire che il mio lavoro consiste nel fare tutto ciò che è vietato agli storici e gli studiosi». 
La trilogia, nella finzione letteraria, ricalca una biografia di Cicerone scritta da Tirone, schiavo, segretario, e infine appunto di lui biografo, che nella realtà è andata perduta: «Tirone non avrebbe mai scritto un libro come questo. Il mio è decisamente un libro del XXI secolo, che tiene conto di Freud, della nostra storia di quello che abbiamo visto accadere».
La nostra seconda stazione è una cisterna. Camminiamo su un corridoio di legno sospeso sopra l'acqua: «Credo sia sbagliato — spiega Harris — pensare che la fiction storica sia una fuga dalla realtà contemporanea. Ho sempre affrontato la narrazione come se stessi parlando del presente. Qualche anno fa, a Pompei, sono rimasto colpito dall'abilità, l'intelligenza tecnologica degli acquedotti romani. L'uso dell'acqua mi ha fatto riflettere sulla raffinatezza di quella civiltà, l'amore per il lusso. E attraverso tutto questo sono arrivato a Cicerone».

incipit dell'intervista di Elena Stancanelli a Robert Harris
Repubblica martedì 13 ottobre 2015

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