sabato 18 luglio 2015

Soltanto, come per te, una cosa è vera: la concreta e perpetua sete

Non avere nulla. Né terra, né abisso.
Girano la ruota delle stagioni.
La gente sotto le stelle
Cammina e si disperde
In polvere simile a quella stellare. Le macchine molecolari
Lavorano in modo perfetto, automatico.
Lilium columbianum apre i suoi fiori tigrati
Che subito si restringono nella melma appiccicosa. 
Alberi crescono verticalmente, dritti in su.  

Alchemico Alighieri, è così lontano
Dal tuo ordine, questo ordine assurdo,
Il cosmo, che ammiro e in cui mi perdo,
Non sapendo nulla dell’anima immortale,
Fisso con lo sguardo gli schermi disabitati.  

Scarpe di vari colori, cordoncini, anelli
Come sempre venduti al ponte sull’Arno.
Scelgo regali per Teodora,
Elvira, Giulia, qualsiasi nome abbia quella
Con cui dormo e gioco a scacchi.
Nel bagno siedo sul bordo della vasca,
La guardo, così carnale nell’acqua verdastra.
Ma non guardo lei, ma la nudità in generale, a noi tolta,
Dalla quale separati esistiamo l’uno accanto all’altra.
Concetti, parole, sentimenti ci abbandonano
Come se i nostri antenati fossero di un'altra specie.
È sempre più difficile comporre canzoni d’amore,
Canti nuziali, una musica solenne.  

Soltanto, come per te, una cosa è vera:
La concreta e perpetua sete,
Innata in noi, perenne brama
Del deiformo regno – di una zona
O di una terra. Perché là è la mia casa.
Non posso far nulla con questo. Prego per la luce,
Per l’interiorità dell’eterna margerita.* 


Czesław Miłosz 
Dante

traduzione di Maciej Bielowski
dal suo sito

Dalsze okolice
, 1991, p. 59.

*Le parole scritte in corsivo sono in italiano nell’originale

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