venerdì 17 maggio 2024

Una danza di polvere o raggi di sole



Mentre nei primi anni della mia vita il tempo era stato orizzontale, progressivo, un giorno dopo l’altro, un anno dopo l’altro, con ricordi che costituivano una vera storia personale, con le sue date e i suoi anni, oppure era stato verticale, con gli avvenimenti che si accumulavano gli uni sugli altri, «sacchi su sacchi al mulino e ancora un altro piccino», l’età dell’adolescenza si trasformò in un vortice, e dunque i ricordi di quel periodo non si allineano pronti a essere osservati e descritti, bensì vorticano spinti da una forza sottostante, con ricordi diversi che salgono alla superficie in momenti diversi e negano così l’esistenza di un’autobiografia “pura” confermando, per ogni momento, una storia separata che si accumula in un milione di storie, tutte diverse e con alcuni ricordi che rimangono per sempre sotto la superficie. Siedo qui alla mia scrivania, scrutando nelle profondità della danza, perché questo movimento è una danza con i suoi passi, né buona né cattiva, ma con un’individualità propria: una danza di polvere o raggi di sole o batteri o note, o colori o liquidi o idee alle quali lo scrittore che cerca di scrivere un’autobiografia si aggrappa per un solo istante.


Janet Frame

Un angelo alla mia tavola

(cap. 29 Immaginazione)

traduzione di Lidia Conetti Zazo

Neri Pozza Editore 2010

Nessun commento: